Il Pentagono ha annunciato venerdì 23 di aver lanciato un missile dalle isole Marshall, un test fallito a causa dello stesso sistema antimissilistico presente sull’arcipelago, aggiornato all’intercettazione degli ICBM a lungo raggio, in caso gli avvertimenti nordcoreani vengano esasperati dall’impertinenza statunitense nel proseguire con la propria politica imperialista ed aggressiva nei confronti di Phongan.
In Corea del Sud, intanto, le proteste sono state fermate e proibite dalla polizia e dall’esercito a causa di un’ordinanza speciale emanata dal presidente Mun Jae-in che «non vuole mantenere una situazione d’instabilità nel Paese», a suo parere, prosecuzione delle manifestazioni contro l’impeachment della ex-presidente Pak Gŭn-hje e non dovute all’installazione del THAAD, il dannoso sistema antimissilistico terrestre, di fabbricazione americana, sul territorio coreano.
La Repubblica Democratica Popolare di Corea afferma che le provocazioni di Trump non saranno prive di conseguenze; la tecnologia militare nordcoreana può ben permettersi missili intercontinentali capaci di raggiungere le città della costa occidentale del Nuovo Mondo, e la difesa del territorio della RDPK è la priorità dello stesso governo; mentre la Cina e la Russia rimangono contrarie al test americano ed, anzi, la Repubblica Popolare che prometteva a Trump di deteriorare i rapporti con la Corea del Nord, ora si vede costretta a inasprire in senso opposto le politiche internazionali, anche a causa dell’ ingiustificata presenza delle portaerei battenti bandiera a stelle e strisce nel Mar Cinese Settentrionale.
– Compagno Emanuele
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