Tempo di ballottaggi, cercare di finire il nostro manifesto senza neanche una interruzione è praticamente impossibile.
Infatti concentrarsi solo su una cosa quando attorno a te ne capitano a centinaia è utopistico quanto la stessa applicazione immediata dell’anarchia: un fremito, una voce, un’ispirazione può sempre portare la mente umana fuori dal percorso lavorativo costante e classico, perciò, invece di vedermi finire il manifesto, mi vedete fare questo particolare articolo, non tanto lungo per la vostra gioia (in cambio mi rifarò col manifesto). Come dissi nell’introduzione “ora è tempo di ballottaggi”, in particolare a livello nazionale si è rilevato un grande scontro tra PD e Movimento 5 Stelle: i due partiti alle amministrative infatti prendono assetti che anni fa avremmo considerato impossibili ma ora, col sano odio anti renziano in corpo, assai prevedibili. Ovvero il Partito Democratico si serraglia nei centri storici e nei quartieri bene, circondato dal Movimento 5 Stelle cui gode di larghi consensi nelle periferie e nei quartieri più poveri (l’esempio più evidente di questo nuovo quanto prevedibile assetto è la stessa nostra capitale, con il centro votante per Giachetti e l’hinterland favorevole alla Raggi).
Come si vede nella cartina presa dal sito del Corriere della Sera il PD ha forti consensi nel quartiere “bene” di Parioli Nomentano e nel Centro storico della Capitale, rispettivamente col 33,6% e 34,2% , arretrando invece nelle zone periferiche, dove vince l’M5S ( compreso in quartieri storicamente rossi ovvero Pigneto, Prenestino, Centocelle). Una domanda allora mi sorge spontanea: come mai si è definito questo nuovo assetto? Qual è il motivo del voto degli ex Pd a favore dei candidati M5S a Torino, Bologna e Roma ( per la quale oltre il 28% dell’elettorato dem. alle Europee ha scelto di sostenere la Raggi)? Per il desiderio di anti sistema degli Italiani, mantra ripetuto dai canditati e dallo stesso segretario PD per trovare una giustificazione credibile e mantenere un barlume di “superiorità” del partito rappresentante lo stesso sistema o per l’allontanamento continuo dall’idea fulcro di quest’ultimo (allontanamento già iniziato poco tempo prima della ormai famosa “Svolta della Bolognina” indetta dall’allora segretario del PCI Achille Ochetto) per un’idea più consona al centro-sinistra americano , per il quale Renzi e la maggioranza del PD sono diventati ormai “grandi estimatori”? Ricordo di aver letto, poco meno di due settimane fa, un articolo sul Corriere della Sera su cui l’attuale dirigente del TG3, Bianca Berlinguer (persona sempre riservata sul punto di vista politico) , scrive a proposito di un provvedimento ingiusto nei confronti di un giornalista dell’Unità, Massimo Franchi. La Berlinguer ricorda l’immagine del padre ancora amato da molti italiani ma, da molti altri reso vittima di censure assai visibili per colpa del vivo interesse a cui è ancora soggetto. Una di queste è l’immediato provvedimento disciplinare adottato per Franchi dall’amministratore delegato dello stesso editoriale per cui lavora: di che cosa si era macchiato il giornalista per subire questa disposizione? Aver espresso con libertà le propria idee ovvero aver commentato su Twitter rispetto a un recente dibattito nato nell’Unità usando le seguenti e veritiere parole: «Propugnare che Berlinguer sbagliasse su Eurocomunismo e questione morale e che invece dovesse allearsi con Craxi è molto renziano» e, rispetto ad un altro argomento: «Abbassando sempre più la soglia gramsciana dell’intransigenza si ritrovarono in compagnia di revisionisti, faccendieri, piduisti. Ma siamo di sinistra, rispondono». Poco tempo dopo, sul Fatto Quotidiano, Franchi spiega il perché del provvedimento disciplinare per cui il giornalista avrebbe infranto “la linea editoriale dell’Unità”, descrivendo questa vera e propria persecuzione da parte dell’amministratore delegato (in assoluto più interessato alla sua “captatio benevolentiae” rispetto al PD che alla coerenza della stessa idea su cui dovrebbe esser basato il quotidiano) sempre però pronto a non prendere alcuna disposizione nei confronti di un suo giornalista che ,poco tempo fa, in prima pagina, ha STRUMENTALIZZATO il pensiero di Berlinguer favorevole al monocameralismo (pensiero dato da condizioni storiche e politiche però del tutto diverse da quelle attuali) in modo tale da abbindolare l’Italiano medio indicando come monocameralismo un bicameralismo imperfetto e pasticciato.
Ecco com’è realmente la “”sinistra”” italiana, sempre solerte a criticare l’M5S di non lasciare libertà ai propri deputati (lungi da me difendere i 5 Stelle) quando lei ricorre a metodi da confraternita: subdoli e silenziosi. E questo comportamento parossistico quanto silenzioso si è mostrato in tutte le sue forme da quando il segretario del PD, Matteo Renzi, è divenuto nostro premier, prima con alleanze sottobanco con i forzisti, poi con gli alfaniani e, ora con un vero e proprio connubio con ALA, il partito di Denis Verdini. Le continue sottigliezze usate per far passare allo stesso Senato leggi che hanno fatto impallidire la stessa destra, come la Buona Scuola (ovvero il tentativo di riformare un sistema scolastico ancora fermo al sistema Gentile, facendo sì che la scuola italiana raggiunga per grado di disparità sociale quella statunitense) o il Jobs Act (un insieme di provvedimenti peggiore della stessa legge El Khomri per cui in Francia stanno ancora manifestando), non contando i continui tagli alla sanità e all’istruzione per poi “regalare” magicamente 800 € ai 18enni e abolire sempre magicamente le tasse sulla casa. Ecco come si è creato il PD, un ammasso deforme dove, assieme alla parte “progressista” del PCI, vennero riversate le ceneri dei vecchi partiti stravolti da processi come “Mani Pulite” ed ecco la risposta alla domanda mostrata nel titolo: la DC è sempre rimasta, solo che la sua opposizione è stata distrutta, imborghesendo lo stesso ideale, prostituendolo al capitalismo e vendendo lo stato alle sempre esistenti lotte intestine tra riformisti e conservatori nel vecchio partito democristiano . Inoltre, a dir la mia, il PD é stata la trovata più geniale dell’ex direttorio DC per la scalata al potere poiché, in un sistema in crisi economica che sta portando sempre di più le classi subalterne e le classi dominanti ad asserragliarsi fra di loro avvicinandole alla realtà bipolare, il Partito Democratico parteggia per le classi dominanti, cercando comunque di riscuotere consenso nella parte più “fragile” ideologicamente delle classi subalterne, la piccola borghesia. – Compagno Elia