Russia, Nato e la Repubblica d’Estonia

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L’Operazione Zapad aveva caratterizzato la fine di questa bollente, anche riguardo agli esteri, estate. Da metà agosto fino al 20 settembre, il Cremlino disponeva delle operazioni militari di routine alle zone dei confini terrestri russi, rispettivamente Vostok, Tsentr, Kavkaz e Zapad, (Oriente, Centro, Caucaso e Occidente) subito bollate come una minaccia all’espansione della Nato verso oriente, che ha coinvolto quasi tutta l’Europa, esclusi gli Stati con accordi di neutralità con la Russia, come l’Austria e la Finlandia, e altri politicamente neutrali, come la Svizzera e la Svezia, anche se a Stoccolma già vaga l’idea di un’adesione nella Nato, in chiave antirussa.

I 12.700 soldati e oltre 700 mezzi militari sono stati interessati dall’esercitazione in circa sei poligoni in Bielorussia e nelle Oblasti di Kaliningrad, Pskov e Leningrado, lungo i confini militarizzati con quattro battaglioni Nato da 4500 uomini e il blocco aereo polacco nei pressi della Kaliningradskij Oblast’, pattugliati da caccia americani, nonché in Ucraina, dove al contempo si sono svolte, invece, le manovre Rapid Trident contro la sempre più destrofila Novorossija, e verso la Crimea riunificata nel 2014 con Mosca. Ironicamente, tali Stati assoggettati in tutto al Patto Atlantico stimano che le truppe in esercitazione siano circa 90.000, così da aumentare il terrorismo psicologico e l’antiostalgia, accresciuta significativamente all’ultima tornata elettorale nei paesi dell’ex-Patto di Varsavia. È da rilevarsi lo schieramento simbolico, accanto a 70 tra aerei ed elicotteri, 250 carri armati e 200 cannoni, della gloriosa Prima Armata Corazzata della Guardia che guidò l’avanzata su Berlino e la liberazione dell’Europa orientale durante la seconda guerra mondiale.

Al contempo, però, nelle stesse anticomuniste repubbliche baltiche ci si chiede se sia necessario mantenersi all’interno dell’apparato difensivo statunitense, come la parlamentare estone Maria Kaljuste, fondatrice del partito sovranista nella coalizione di governo Isamaa ja Res Publica Liit (Unione della Patria e Res Publica) dal simbolo geometrico vagamente ispirato alla svastica. Nel primo paese Judenfrei, come dichiarato nel 1941 dalle autorità del Ost Reichkommissariat, infatti, la politica estera è stata solo brevemente favorevole alla Nato, e tutti i partiti, compresi il Socialdemocratico, l’IRL e il Riformatore, governanti dal 2015 in una coalizione a larghissime intese, tendono ad esaltare la propaganda autodifensiva dell’Estonia, in chiave sia antirussa che velatamente antistatunitense, avendo istituito un corpo per la difesa della rete estone in caso di guerra informatica.
Ciononostante, la serietà di un governo che comprende nominalmente excomunisti e filonazisti, uniti peraltro dai liberali, si commenta da sola.

Compagno Emanuele

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