Lo Stato riusa la Censura: ecco la realtà del «filtro fake-news»

Un gran polverone, quello delle bufale, che spazia dalla fantasia alle idee d’opposizione. Ieri è stata approvata al Parlamento britannico l’utilizzo di un software, messo a punto da un’organizzazione finanziata da Facebook, Google e Soros, capace di riconoscere le bufale, in dote ai giornalisti da ottobre, limitando di fatto la libertà di parola ed espressione, con un nuovo mezzo per definire la pratica di cancellare le opinioni politicamente e socialmente avverse all’ordine costituito: si contraffà il termine «censura» con «filtro fake-news» ma il significato permane.

Infatti, cos’è una bufala? Il significato originale infatti prevede sia una menzogna tale da menare per il naso come alle bufale, ossia portando figuratamente l’interlocutore ai propri fini, come se avesse un anello al naso; col tempo però ha lasciato posto al significato più specifico di menzogna pressoché fantastica. Ciononostante, ogni regime in passato, dalle monarchie assolute alla repubblica democratica, ha dichiarato come falso ciò che contravveniva, e contravviene, ai comodi della classe dominante, ossia di coloro ai quali lo Stato serve come mezzo d’oppressione, ed escogitando mezzi di cancellazione dell’opinione avversa. Ora, che si voglia porre un freno alla presenza della semplice bugia è a dir poco ridicolo. Il saper rielaborare la realtà nascondendo fatti o inventandosene altri, è tipico infatti della crescita mentale dell’essere umano, difatti più i bambini sono intelligenti, più sono credibili e articolate le loro menzogne. Non è il governo, lo Stato, o le aziende a doversi imporre di controllare l’informazione, ma lo spirito critico che ognuno ha, più o meno sviluppato, e non è compito dell’istruzione incrementarlo, come da DDL Gambero, bensì le stesse esperienze della vita quotidiana: un’organizzazione scolastica sempre più finalizzata all’acquisizione acritica di informazioni non può per sua stessa concezione aumentare lo spirito critico degli studenti, con le stesse modalità di memorizzazione senza rielaborazione.

S’apre dunque una nuova epoca, di affinamento dell’oppressione, e anche i diritti sociali subiscono una grave decurtazione: salutiamo la libertà di parola in vista della somministrazione informativa da parte dello Stato.

 

— Compagno Emanuele

 

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