Ceaușescu, ecco un personaggio che non è molto conosciuto per i suoi progetti, né tanto meno per la sua storia ideologica. Fu da sempre un Socialista Democratico e fu criticato per la sue idea di raggiungimento di socialista, ma riuscì lo stesso ad essere il primo presidente della Romania, e primo uomo di stato eletto senza influenza sovietica. Si oppose alla presenza sovietica, sfruttando la precedente politica di Dej, non intervenendo nell’invasione della Cecoslovacchia nel 1968. Fu subito chiamato il “Salvatore” e riuscì a portare la Romania nella cosiddetta “Epoca D’Oro“. Questo perché grazie alla sua riforma industriale riuscì a far crescere l’Economia rumena, e questo si risentiva nella popolazione. Però questo periodo durò relativamente poco, e gli anni di crescita economica si possono contare sulle dita. Nel 1971, dal ritorno dai viaggi in Cina ed in DPRK, promulgò le tesi del ’71 che sancirono l’inizio della sua svolta marxista-leninista. Nei suoi 17 punti c’erano:
- Una Crescita continua nel ‘ruolo di dominanza’ del Partito;
- Miglioramento dell’educazione e delle azioni politiche del Partito;
- Partecipazione dei giovani ai progetti di grande lavoro come parte del lavoro patriottico;
- Un’intensificazione della educazione politica ideologica nelle scuole e nelle università, ma anche nelle organizzazioni di bambini, giovani e studenti (Come l’Unione della Gioventù Comunista con le sue affiliazioni);
- Un’espansione della propaganda politica, usando la radio e la televisione in questo scopo, come anche la cinematografia, il teatro, l’opera, il balletto, l’Unione degli Artisti etc, promuovendo un carattere «militante, rivoluzionario» nelle produzioni artistiche”.
Dopo queste tesi tutto si fece opaco, tutto venne messo in segreto dalla Securitate.
Da qui l’inizio la sua mania di potere, il suo patriottismo innato e il suo desiderio di fare della Romania una grande potenza. Nel ’68 rifiutò il passaggio delle truppe sovietiche per invadere la Cecoslovacchia. Le poche truppe che passarono furono distrutte un potente laser montato su un carro armato. Non si sa se questo laser sia stato costruito, gli unici che lo possono sapere sono i progettatori stessi.
La sua prima riforma fu la riforma industriale: industrializzò completamente la Romania e la rese autosostenibile in settori come la siderurgia. Ceaușescu intanto si stava sempre più avvicinando all’America, molti prodotti statunitensi come la Pepsi si potevano ritrovare facilmente nei negozi. Ovviamente data la presenza abbondante di petrolio nelle zone storiche della Romania, Conducătorul iniziò una modernizzazione del settore petrolifero, assieme al settore di estrazione mineraria, e principalmente, estrazione di oro e metalli vari. Iniziò un processo di avvicinamento ad alcune nazioni africane, per avere un certo ruolo anche nella Geopolitica africana. Mise le basi per una banca comune con Iran e Cina, anche se questa affermazione è tenuta solo dalle affermazioni di alcuni Securisti.
Dopo le tesi del ’71 iniziò repentinamente la riforma agraria simile a quelle asiatiche, che si rivelò un fiasco, in quanto non fece conto alla differenze di produzione agraria presenti in queste due parti del mondo. Ceaușescu riuscì sì a pagare il debito pubblico, ma a duro prezzo. Vendette tutte le riserve di grano che spettavano ai negozi presenti sul territorio, e con essi tutte le altre produzioni agricole e fruttifere, e così nei negozi scarseggiavano le derrate alimentari. Però Ceaușescu non fece conto delle condizioni dei magazzini e dei negozi, e varò altri progetti che purtroppo non si sa se sarebbero arrivati a buon fine. Uno di questi è la costruzione del porto più grande del mondo insieme alla flotta più grande del mondo, che avrebbe fatto concorrenza persino agli inglesi. Proprio in questo progetto, e negli altri a seguire, si vede il nazionalismo tipico di Ceaușescu dopo il suo viaggio in Asia. Ovviamente anche in ambito nucleare non poteva rimanere indietro, la Romania se il piano di Ceaușescu sarebbe riuscito avrebbe avuto la bomba atomica attorno agli anni 2000. La Romania fu infatti l’unica nazione del blocco orientale che avviò un programma nucleare raccogliendo bene o male i suoi frutti già nel 1980. Questo fu anche un pretesto del governo sovietico per eliminare Nicolae Ceaușescu, secondo i documenti ritrovati negli archivi del Governo di Mosca.
Ceaușescu cercò infatti di produrre armi nucleari per assicurarsi una protezione dalle invasioni straniere. Però il progetto segreto di stato non finì in tempo e Ceaușescu dopo aver ammesso in pubblico di avere la possibilità di produrle, i Sovietici e gli Americani insieme a Soros finanziarono una rivoluzione in Romania. Ciò che è stato prodotto dagli scienziati venne distribuito alla Nato ed a Israele. Gli scienziati rumeni contribuirono allo sviluppo scientifico anche dopo la caduta della Republica Socialistă România, grazie agli aiuti finanziari della NATO.
Molto aggira attorno attorno alla morte del Conducător, la cosa certa è che non fu una rivoluzione totalmente idealizzata dal popolo. È vero, non tutti amavano Ceaușescu, soprattutto i partigiani fascisti. I partigiani furono i primi che presero i finanziamenti, in primis da Soros.
Nelle maggiori città, nel 1989 iniziarono le proteste. Prima fra tutte fu quella di Timișoara, che si dice finì in nel sangue. In verità le uniche foto a favore di questa teoria sono state scattate ad alcuni corpi dei partigiani fascisti ulteriormente soppressi. Il 25 dicembre con la fucilazione del Presidente, finì definitivamente l’epoca del socialismo in Romania. Cosa successe dopo? A causa della corruzione post-Iliescu furono svenduti ettari ed ettari di terreno, i vari giacimenti di oro e di petrolio, l’esercito e la flotta navale, attualmente dipendenti dalla NATO. Con l’avvento della società post89 tutti i progressi di indipendenza politica ed economica furono mandati all’aria nel nome del denaro e della corruzione. Così finì una epoca di progresso che sì, sarebbe comunque finita a causa della riforma agraria, ma che mise la Romania in una posizione rispettabile come potenza secondaria.
Un primo errore di Ceaușescu fu approcciare la via della democrazia per instaurare un paese socialista, e in secundis dalla sua formazione ideologica superiore filo brezneviana, che influenzò molto le sue politiche post ’71. Lasciandosi ad un sistema borghese, non si farà altro che assimilare una caratteristica borghese facendo solo gli interessi del partito. Il parlamentarismo porta solo a questo. In certi casi, come in Cile con Allende, la borghesia farà di tutto per sopprimere e contrastare il neo stato socialista, e dunque si assisterà alla sua crudele caduta. Invece, parlando delle politiche filo brezneviane, bastano solo i dati di crescita dell’inflazione. Si creò una gerarchia che aveva in cima i membri più rilevanti della Securitate e del PCR (Partidul Comunist Român), assieme a Ceauşescu e sua moglie Elena, e avendo alla base i poveri contadini rumeni. Un grande sbaglio di Ceauşescu fu proprio di ascoltare troppo i pareri e le proposte di Elena, che portarono indubbiamente alla parziale destabilizzazione della R.S.R.
—Compagni Sun e Adorian
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