9/5/1978 – 9/5/2017 100 passi e 39 anni

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Le favole iniziano sempre con “c’era una volta..” ma questa non è una storia per bambini, quindi inizierà in modo diverso.

-“E’ nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare…”-

Cento passi fa, un giovane uomo morì. Un terribile avvenimento, un ragazzo andò alla ferrovia, cominciò a sbattersi la testa contro un sasso e sporcò di sangue tutto intorno,
poi si fasció il corpo con il tritolo e si fece saltare in aria sui binari. Suicidio. Lo dissero i carabinieri, persino il magistrato. Tutti lo dissero, anche il biglietto ritrovato: “voglio lasciare la politica e la vita”…perché questo ingenuo ragazzo voleva candidarsi sindaco nel suo paese, martoriato dalla mafia e quindi si suicidò proprio il giorno del comizio conclusivo, mollò tutto.
Questo ragazzo aveva anche fondato Radio Aut, una frequenza gestita da dei pazzi scatenati che parlavano dei problemi siciliani, delle ingiustizie e della mafia. Eh no, proprio non andava. Andare contro a Cosa Nostra era proprio andare a cercarsela. Ma lui non era furbo, non aveva buonsenso. Poteva andarsene, abbandonare tutto e salvarsi…

-“Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato…”-

Come salvarsi, non si era suicidato? Beh, certo. Come Pinelli, che si buttò giù dalla finestra della Questura di Milano. Oppure come Feltrinelli, che si legò a un traliccio dell’Enel, facendosi saltare in aria.
Il punto è che se lo meritava, alla fine è andato contro morte certa. Insomma, era un ingenuo, era solo un nuddu miscato cu niente.

“Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un’ideale ti porterà dolore…”

Peppino, ovunque tu sia o non sia, sono passati 39 anni dalla tua morte. Nulla è cambiato, la mafia regna ancora. ma il tuo assassinio non è stato inutile: hai motivato centinaia di ragazzi, hai soffiato sulla scintilla e l’hai fatta diventare un fuoco. Ora tocca a noi, dobbiamo continuare ad alimentare la fiamma contro la mafia, per camminare, cantare e contare centinaia di passi, insieme a te. E saremo tanti, tantissimi: sfido ad ammazzarci tutti.

“Io voglio fottermene! Lo voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Lo voglio urlare!”

– Compagna Margherita

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