Cuba e gli effetti del blocco economico

Articolo del compagno Pier, scrittore per il blog Il Proletario.

Prefazione del compagno Grimm

Prima della rivoluzione castrista del 1959 Cuba, senza entrare troppo nel dettaglio, (dal 1902 in poi) era sempre stata politicamente ed economicamente assoggettata e gestita dagli Stati Uniti. Dopo la presa del potere (1959) la nuova Cuba cominciò un percorso politico che la portò ad assumere una natura fortemente contrastante col volore degli Stati Uniti, prendendo una direzione che l’avrebbe portata sino al tentativo di costruire il suo modello di socialismo. La prima rezione degli Stati Uniti e del loro presidente Dwight Eisenhower fu quella di approvare un piano (proposto dalla CIA) denominato “A Program of Covert Actions Against the Castro Regime”, basato su quattro punti: creare un’opposizione unitaria al regime all’estero; mettere in pratica un’offensiva basata sulla propaganda anticastrista; mantenere agenti sull’isola; addestrare una forza paramilitare all’estero preparata per future azioni sull’isola. Negli anni successivi avanzarono le nazionalizzazioini cubane contro il dominio economico statunitense e i rapporti tra i due paesi peggiorarono molto, mentre Cuba parlava apertamente di transizione al socialismo e edificava buoni rapporti con l’Unione Sovietica. Il 20 ottobre 1960 venne istituito un ampio embargo sulle esportazioni in base all’Export control Act del 1949, intanto il nuovo presidente John Fitzgerald Kennedy autorizzò nel febbraio 1961 la realizzazione pratica di un piano di intervento denominato operazione Zapata. L’azione iniziò con alcuni bombardamenti aerei su piccola scala che resero palese l’intento di procedere a un’invasione americana dell’isola. Il 16 aprile 1961 Castro dichiarò Cuba Stato socialista e il giorno successivo iniziò lo sbarco nella baia dei Porci, un tentativo di Kennedy e della CIA di abbattere con un esercito di mercenari il governo rivoluzionario confidando che la popolazione li avrebbe sostenuti. Invece accadde il contrario ed il popolo cubano, sotto la guida di Fidel, combattè l’invasore. Il tentativo di invadere si risolse in un clamoroso fallimento: circa 1189 invasori furono arrestati, imprigionati e processati. Venti mesi dopo, il 23 dicembre 1962, furono rilasciati, in cambio di 53 milioni di dollari in alimenti per bambini e farmaci. Nel frattempo gli Stati Uniti non rinunciarono a colpire Cuba in modo più diretto e a partire dal 1961 tentarono di destabilizzare il Governo castrista con atti di terrorismo e sabotaggi, come previsto dall’operazione Mangusta. Il 7 febbraio 1962, con il Proclama 3447 Kennedy ampliò le restrizioni commerciali varate da Eisenhower nell’ottobre 1960 e impose l’embargo su ogni tipo di scambio con Cuba. L’8 luglio 1963, utilizzando il Trading with the Enemy Act, venne infine varato i Cuban Assets Control Regulations (CACR). Con questi “regolamenti sul controllo dei patrimoni cubani” si proibisce l’esportazione di prodotti, tecnologie e servizi statunitensi a Cuba, sia direttamente che attraverso Stati terzi. Viene inoltre proibita l’importazione di prodotti cubani, sia direttamente che indirettamente, fatta eccezione per materiale informativo e opere d’arte con valore inferiore ai 25.000 dollari. Si sancisce il totale congelamento dei patrimoni cubani (sia statali, sia dei cittadini) in possesso statunitense e viene posto l’assoluto divieto di mandare rimesse a Cuba o favorire viaggi verso gli Stati Uniti, prevedendo licenze particolari solo in caso di emergenze umanitarie future. Nel corso degli anni il blocco economico verso Cuba, gradualmente, si aggravò sempre più e i tentavi degli Stati Uniti di assassinare Fidel Castro furono più di 630, tutti sventati o falliti. Nel 1996 entrò in vigore la legge Helms-Burton che aggravò l’embargo stabilendo che gli Stati Uniti ritireranno tutti i finanziamenti verso le organizzazioni internazionali che violeranno l’embargo e annullerà le importazioni verso quei paesi che effettueranno traffici con Cuba nella stessa misura delle importazioni da questi effettuate. Dopo quasi 50 anni, con l’amministrazione Obama (2009), il blocco economico venne ammorbidito e Fidel, all’epoca segretario del PCC, rispose che “Cuba ha resistito e resisterà ancora. Non tenderà la mano per chiedere l’elemosina. Andrà avanti con la testa alta”. Donald Trump ha nuovamente aggravato le restrizioni imposte a Cuba per “strangolarne l’economia”.

Plaza de la Revolucion

Cuba, baluardo dell’antimperialismo

Quali sono gli effetti del blocco economico?

Tutti noi siamo consapevoli del fatto che la nazione caraibica di Cuba, oltre al piacevole e tropicale clima ed alle splendide spiagge, è ormai nota per la sua fiera opposizione all’imperialismo statunitense, il quale ha criminalmente attaccato la piccola ed indifesa isola, strozzandone in modo irreparabile l’economia, sin dal trionfo della Rivoluzione. Mio scopo in tale articolo è quello di fornire dati, statistiche ed osservazioni, tenendo sempre in considerazione il criminale blocco economico che danneggia irreparabilmente la piccola nazione da circa 57 anni, per poter comprendere qualcosa (il mio scopo non è infatti quello di essere esauriente) della situazione presente nel paese caraibico, evidenziandone i grandi successi raggiunti negli ultimi 60 anni.  Andiamo ad analizzare brevemente i danni che il blocco ha cagionato a Cuba:

Innanzitutto bisogna precisare che in questo momento il blocco economico si limita agli alimenti ed alle medicine, solo che, nel 1962, con l’amministrazione Kennedy, esso venne ampliato a tutte le forniture di cui Cuba necessitava. Nonostante ciò, l’isola caraibica riuscì a subire in misura minore gli effetti dell’embargo mediante l’integrazione nel Blocco Socialista e l’ingresso nel COMECON. Dopo l’attuazione della perestrojka gorbacioviana e dell’ inizio di una vera e propria collaborazione tra gli Usa e l’Urss, la situazione del paese iniziò a peggiorare. Cuba, infatti, era praticamente dipendente dall’ Unione Sovietica, nazione che forniva al paese il petrolio, gran parte degli alimenti ed il personale tecnico. Inoltre, va ricordato che Cuba intraprendeva l’85% dei suoi commerci con l’Urss. Dopo la caduta di quest’ultima e l’estinzione del blocco socialista, gli effetti furono tragici. Prima di concentrarci sul periodo di grande crisi avutosi soprattutto negli anni ‘90(ma che vi è, anche se in misura minore, anche adesso) andiamo a vedere la panoramica generale degli effetti dell’embargo:

Secondo i dati forniti nel 2013 dal Prof.Lambrani, docente alla Sorbona di Parigi ed uno degli autori del libro “The Economic War Against Cuba”, questo embargo è costato all’isola 751 miliardi di dollari, andando a colpire tutte le categorie della popolazione cubana, specialmente gli anziani, i bambini e le donne. Il blocco economico, spesso chiamato “El Bloqueo”, causa degli effetti devastanti soprattutto sulla salute e sull’alimentazione, anche se in generale coinvolge tanti altri settori dell’economia cubana. Vediamo quali sono gli effetti dell’embargo sulla sanità del Paese:

* I bambini cubani affetti da cancro della retina non possono ricevere un trattamento efficace perché i microscopi chirurgici e le altre attrezzature necessarie per questo trattamento sono venduti esclusivamente dalla società americana Iris Medical Instruments.

* L’Istituto Nazionale di Oncologia e Radiobiologia dell’Avana non può utilizzare placche di isotopi radioattivi per il trattamento del carcinoma della retina in quanto venduti esclusivamente da società statunitensi, richiedendo quindi ai medici di rimuovere del tutto gli occhi colpiti dal carcinoma anziché curarli e preservarli.

* A quasi 1600 cubani all’anno viene negata un’efficace diagnosi di tumori cancerosi perché Cuba non può ottenere la necessaria tomografia a coerenza ottica di fabbricazione tedesca – un articolo proibito dall’embargo perché contiene alcuni componenti di fabbricazione americana.

* Ai cubani viene negato il farmaco temozolomide (Temodar) necessario per il trattamento efficace dei tumori del sistema nervoso centrale.

* Ai bambini cubani viene negato il vantaggio del dispositivo Amplatzer prodotto negli Stati Uniti che potrebbe aiutarli a evitare la chirurgia a cuore aperto.

* Ai cubani sono stati negati 4,1 milioni di dollari per il trattamento di AIDS, tubercolosi e malaria quando questi soldi sono stati sequestrati dagli Stati Uniti da una ONG che aveva stanziato quei soldi per Cuba.

* Ai cubani sono stati negati i fondi designati dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo del sistema sanitario di Cuba, dato che quei soldi furono sequestrati dagli Stati Uniti

* Ai cubani vengono negati i farmaci critici per il trattamento del carcinoma osseo e dell’HIV AIDS. “

Secondo una relazione inerente gli effetti negativi del blocco, risalente al 2017, l’embargo non consente agli ospedali cubani di importare attrezzature o tecnologie all’avanguardia dagli Stati Uniti. Cuba ha quindi dovuto inviare gruppi di pazienti in ospedali stranieri, pagando 1.066.600 dollari. Impossibile importare farmaci e attrezzature mediche dagli Stati Uniti, Cuba deve trovarli in paesi terzi. Tale obbligo comporta prezzi maggiorati e spese supplementari per assicurazione, trasporto, deposito e pagamenti agli intermediari. Le spese extra per l’assistenza sanitaria, a causa del blocco, sono ammontate a $ 87 milioni durante un anno. Si può quindi evincere che Cuba, a causa del terribile blocco economico statunitense, non dispone delle necessarie attrezzature mediche per poter trattare determinate malattie. Nonostante tali macchinari si possano comprare anche in altre nazioni, ciò richiede enormi costi aggiuntivi. Spesso, proprio a causa del blocco americano, l’attuazione di tale pratica si rivela vana, in quanto il governo statunitense impone pesanti sanzioni alle aziende che intrattengono relazioni con Cuba, come ad esempio può essere dimostrato dal rifiuto da parte dell’azienda Promega di vendere medicinali all’isola caraibica a causa delle eventuali sanzioni che potevano essere applicate dal Ministero americano del Tesoro. Caso analogo è quello dell’azienda tedesca Eckert & Ziegler Radiopharma Gmbh, la quale non ha potuto fornire un dispositivo utilizzato per diagnosticare il cancro alla prostata proprio a causa del Blocco.

Inoltre, secondo un rapporto pubblicato nel 2013, Cuba non può né importare né esportare prodotti dagli e negli Usa e non può(questo però fino al 2016) utilizzare il dollaro statunitense nelle transazioni , inclusi i pagamenti all’ONU ed ad altre istituzioni internazionali. I rapporti di Cuba con le banche e le società dei paesi terzi sono andati male molto tempo fa. Il rapporto del 2017 sottolinea che il “blocco non è una questione bilaterale tra gli Stati Uniti e Cuba. Il suo carattere extraterritoriale persiste ed è pienamente attuato, con assoluta impunità e in aperta violazione del diritto internazionale “. Financo la negoziazione con sussidiarie di imprese americane presenti in paesi terzi è quasi impossibile. Per meglio approfondire i danni sulla sanità cubana cagionati dal blocco economico, consiglio vivamente di consultare i seguenti collegamenti:

Bloqueo a Cuba: impacto y tensiones del legado de la Guerra Fría

U.S. Political Class Looks Away as Cuba Details Impact of U.S. Blockade

The Unrelenting Economic War on Cuba

Dopo aver affrontato la sanità, fornirò qualche altro dato inerente “El Bloqueo” e successivamente analizzeremo i successi conseguiti da Cuba.

La seguente immagine ci offre un’ottima visione dei danni dell’embargo cagionati all’economia cubana nel periodo 2016-2017:

Dal grafico sopra riportato si possono ben constatare i grandi limiti allo sviluppo del paese imposti dal blocco. Settori fondamentali come la sanità, l’agricoltura, l’alimentazione, il commercio e l’istruzione sono ostacolati dal criminale embargo.

Secondo il rapporto del 2017, il blocco economico ostacola inoltre gli scambi educativi, priva le scuole e le università di software per computer con licenza statunitense e causa la carenza di attrezzature di laboratorio. Gran parte dell’attrezzatura necessaria per i programmi sportivi, culturali e artistici di Cuba è disponibile anche in paesi terzi – a un costo elevato – e spesso non è disponibile. Per quanto concerne l’alimentazione, Cuba ha perso quasi $ 348 milioni (periodo 2016-2017), a causa dell’embargo. I produttori di alimenti cubani importano il 70 percento delle attrezzature e delle materie prime di cui hanno bisogno. Dover fare affidamento su località distanti aumenta le spese e richiede che Cuba abbia a portata di mano grandi inventari.

Per poter meglio approfondire la storia e le conseguenze del “Bloqueo” su Cuba, invito caldamente a consultare i seguenti articoli (oltre a quelli linkati in precedenza):

https://www.telesurtv.net/news/cuba-consecuencias-bloqueo-estados-unidos–20181019-0043.html

“El bloqueo estadounidense le cuesta al pueblo cubano ya más de 130.000 millones de dólares”

http://misiones.minrex.gob.cu/es/articulo/como-afecta-al-pueblo-cubano-el-bloqueo

file:///C:/Users/Admin/Downloads/The-Economic-War-Against-Cuba-A-Historical-and-Legal-Perspective-on-the-U-S-Blockade.pdf

Dopo aver terminato questo lungo, ma necessario, approfondimento inerente i danni causati dal blocco economico, possiamo analizzare i grandi successi conseguiti da Cuba, tenendo sempre conto dell’embargo precedentemente menzionato.

Iniziamo parlando del cosiddetto “fiore all’occhiello” dell’isola: la sanità.

Sin dal trionfo della Rivoluzione, uno degli scopi del nuovo governo venne costituito dall’attuazione di massicce campagne di vaccinazione della popolazione cubana, la quale non disponeva di un adeguato trattamento sanitario. Nel 1962, l’80% di tutti i bambini sotto i 15 anni fu vaccinato contro la poliomielite in 11 giorni. Nel 1970, ci volle un giorno per lo stesso sforzo nazionale. La malaria fu sradicata nel 1967, così come la difterite nel 1971. Senza ripercorrere ed analizzare la lunga storia e le diverse tipologie in cui è stato organizzato il sistema sanitario nazionale, si può tranquillamente asserire che Cuba è ormai divenuta un esempio globale nel campo della sanità. Essa ha dimostrato che anche un paese relativamente povero e sottoposto ad un embargo criminale da parte della prima potenza mondiale può efficacemente sviluppare un sistema sanitario efficiente, tenendo sempre conto del fatto che vi è un embargo economico totale sulle attrezzature sanitarie straniere, democratico e che si prenda cura di tutti i suoi cittadini.  Il sistema sanitario cubano, infatti, è un sistema che ha da sempre messo prima le esigenze del popolo rispetto al profitto, a differenza di quanto spesso accade nelle cosiddette “democrazie occidentali”. Cuba, infatti, nonostante le sue finanze limitate e l’impossibilità di acquistare adeguate attrezzature mediche ed all’avanguardia, si è da sempre impegnata per rendere accessibile la sanità a tutta la popolazione. Una maggiore accessibilità ha indi portato all’adozione di un sistema sanitario universale, in grado di fornire al popolo cubano prestazioni eccellenti e senza precedenti. Un’ altra caratteristica della sanità di questo paese è costituita dall’innovazione, come tra l’altro affermato da questo articolo, e dall’ingegno.  La politica cubana infatti assegna grandi quantità di finanziamento alla ricerca. La nazione caraibica finanzia una percentuale di tutti i costi relativi alla salute, nonché una parte dei suoi programmi di ricerca e formazione. Anche questo nasce per necessità; a causa degli Stati Uniti e delle sue trasgressioni indotte dall’embargo contro le povere nazioni insulari, molte vaccinazioni dovevano essere sviluppate internamente, piuttosto che scambiate, con altre nazioni. La sanità cubana è inoltre stata riconosciuta come un modello da seguire da parte dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui direttore generale ha proferito le seguenti parole: “Posso solo ringraziare Cuba per il modello di sistema sanitario che possiede, che lo rende tra i migliori al mondo” (Link articolo: https://instituciones.sld.cu/cpicmmtz/oms-el-sistema-de-salud-de-cuba-es-un-modelo-para-el-mundo/)

Nonostante il terribile blocco economico, l’efficiente sanità ha innanzitutto consentito al popolo cubano di godere di una aspettativa di vita molto alta, pari a 79,74 anni (maggiore rispetto a quella statunitense, che si assesta a 78,64 anni). Grande impegno si è avuto nella lotta alla mortalità infantile, la quale (dati del 2018) è pari a 4 morti su 1.000 nascite (migliore rispetto agli Usa, che nello stesso anno presentavano 5.9 morti ed incomparabilmente superiore alla media dell’America Latina )

La grande lotta alla mortalità infantile è inoltre confermata dal seguente grafico del 2017, che rappresenta la mortalità infantile per 1.000 nascite delle nazioni dell’America Latina e di quelle Caraibiche:

Cuba, inoltre, vanta il più basso tasso di prevalenza dell’HIV nelle Americhe. C’è un medico per ogni 220 persone nella nazione – ” uno dei rapporti più alti del mondo, rispetto a uno per ogni 370 in Inghilterra “(2013). L’assistenza sanitaria è basata sulla comunità, orientata alla prevenzione, olistica e gratuita.  

Cuba ha inoltre ricevuto i complimenti da parte dell’ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, il quale ha affermato che “Cuba dimostra quante nazioni possono fare con le risorse che hanno se si concentrano sulle giuste priorità: salute, istruzione e alfabetizzazione”.

Secondo un rapporto MEDICC pubblicato nel 2007 l’isola caraibica è stata la prima nazione a:

  • Debellare la poliomielite (1962)
  • Debellare completamente il morbillo (1996)

Oltre a trovare, per prima, le prime cure per alcune forme di cancro.

Il paese, inoltre, ha il più basso tasso di AIDS nelle Americhe ed il tasso più alto di trattamento e di controllo dell’ipertensione al mondo. Ciò è inoltre confermato da un vecchio, ma interessante, rapporto dell’International Journal for Epidemiology.

Cuba, inoltre, offre una formazione medica completa gratuita (compresi vitto e alloggio) per centinaia di studenti provenienti da tutto il mondo, con particolare attenzione all’Africa, ai Caraibi e all’America Latina. Con oltre 10.000 studenti attuali(2013), la Escuela Latinoamericana de Medicina potrebbe essere la più grande scuola di medicina del mondo. La qualità della formazione è di classe mondiale: la scuola è completamente accreditata dal Medical Board of California, che ha i più severi standard statunitensi. L’unico obbligo contrattuale per gli studenti è che, dopo aver completato la loro formazione, tornino nelle loro comunità e usino le loro abilità per servire le persone. Un’altra dimostrazione che il socialismo implica un livello di umanità, compassione e altruismo con cui il capitalismo semplicemente non può competere. La nazione caraibica ha inoltre più volte dimostrato il suo genuino internazionalismo proletario, soprattutto nel settore sanitario. Celebre è infatti la cosiddetta “Operacion Milagro”, con la quale Cuba ha contribuito a ridare la vista a milioni di persone nei Caraibi ed in America Latina (http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/8059287.stm). La nazione può inoltre vantare un numero enorme di medici che lavorano in altri paesi del Sud del mondo , contribuendo a diffondere le competenze conquistate a Cuba nel campo del salvataggio di vite umane. “Un terzo dei 75.000 medici di Cuba, insieme ad altri 10.000 operatori sanitari, lavora attualmente in 77 paesi poveri”.

Un altro grandissimo successo della Rivoluzione cubana è costituito dall’istruzione. Sin dall’inizio, infatti, una grande priorità del nuovo governo socialista e popolare è stata l’istruzione e la lotta all’analfabetismo, quest’ultimo assai diffuso nella Cuba pre-rivoluzionaria.

“Nel 1958, il 23,6% dei cubani di età pari o superiore ai 15 anni era analfabeta. Nel 1989, soprattutto grazie alla massiccia campagna di alfabetizzazione avutasi nel 1961, il 99,2% degli adulti di età pari o superiore a 15 anni era alfabetizzato ( Cabello et al. , 2012).  I tassi di iscrizione nel 1958 erano del 54% nella scuola primaria, del 29% nella scuola secondaria e del 4% nell’istruzione superiore, nel 1989 erano aumentati rispettivamente al 92%, 70,3% e 25% ( Cabello et al. , 2012). Gli anni medi di scolarizzazione furono di 3,5 anni nel 1958, nel 1989 erano aumentati a 7,8 anni ( Cabello et al. ,2012). La percentuale di studenti che raggiunse la quinta elementare nel 1958 era solo del 3,5%, nel 1989 era del 99% ( Cabello et al. , 2012). La percentuale della popolazione con studi universitari è aumentata dallo 0,8% nel 1958 al 5% nel 1989 ( Cabello et al. , 2012)”. (Dati presi da https://bitacoradeoctubre.wordpress.com/2019/01/06/breves-consideraciones-sobre-la-economia-cubana-1959-1989/)

Alcuni dati e statistiche sull’istruzione:

“Nel 2015 è stata presentata l’edizione del Rapporto di monitoraggio globale EFA, preparato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), in cui viene rivelato lo stato dell’istruzione nei 140 paesi, in ossequio a quanto stabilito dal Dakar World Education Forum nel 2000. Secondo i risultati, Cuba è l’unico paese che ha raggiunto tutti gli obiettivi.

In termini di servizi per la prima infanzia, Cuba è il secondo paese dell’America Latina con i migliori risultati, dietro il Cile, e il sesto paese nello spettro dei paesi selezionati dal rapporto, dietro Cile, Francia, Germania, Malta, Belgio e la Spagna.

Il rapporto indica che Cuba è uno dei 24 paesi che hanno raggiunto un tasso lordo di iscrizione (TBE) nell’istruzione prescolare dell’80% o superiore prima del 1999 e lo hanno mantenuto, essendo l’unico paese latinoamericano a integrare questo elenco, nel quale si trovano anche per esempio Germania, Spagna, Svizzera, Tailandia e Bielorussia.

Per quanto riguarda l’istruzione primaria universale, Cuba ha già raggiunto nel 1999 una percentuale del 97% o superiore ed è riuscita a mantenerla, insieme ad altri paesi come Belgio, Cipro, Spagna o Francia. Nel frattempo, alcuni paesi che sono lontani dall’obiettivo e hanno persino presentato una battuta d’arresto sono Costa d’Avorio, Gambia e Paraguay, tra gli altri. Allo stesso modo, il tasso di ripetizione cubano nell’istruzione primaria è aumentato dall’1,6% nel 1999 allo 0,6% nel 2012.

La qualità dell’educazione cubana:

Cuba si colloca al 28 ° posto tra i paesi che hanno raggiunto o stanno per raggiungere l’istruzione per tutti nel loro insieme (0,95-1,00). Le prime 5 posizioni sono occupate da Regno Unito, Giappone, Norvegia, Svizzera e Finlandia, mentre la Spagna si trova alla quindicesima. È anche il primo paese dell’America Latina ad essere tra quelli con il più alto IDE, seguito dall’Uruguay nella quarantesima posizione.

Anche la spesa pubblica per l’istruzione è motivo di preoccupazione nella maggior parte dei paesi, sebbene Cuba sia un’eccezione, dato che ha aumentato la sua percentuale di prodotto nazionale lordo (PNL) per il settore dal 6,9% nel 1999 al 13% nel 2012.

Per quanto riguarda il numero di studenti cubani per insegnante nell’istruzione primaria, tale cifra è ben al di sotto della media di 40, si avvicina a 10 studenti per insegnante e il numero di studenti per insegnante è inferiore a 10. Questa cifra è sorprendente se consideriamo che ci sono paesi come il Togo o la Guinea-Bissau che raggiungono 120 e 130 studenti per insegnante.” (Dati presi da https://criticamarxista1.blogspot.com/2019/06/progresos-socio-economicos-de-cuba.html)

Cuba è inoltre un paese che è riuscito a sradicare completamente il razzismo, terribile fenomeno assai diffuso nella Cuba pre-rivoluzionaria, dove gli afro-cubani soffrivano di una vera e propria apartheid. A loro erano destinati i lavori peggiori, gli alloggi peggiori e l’istruzione peggiore. Essi usufruivano di un accesso differenziato ai parchi, ai ristoranti ed alle spiagge. La Rivoluzione diede il via a massicce campagne di lotta al razzismo. Nel Marzo del 1959, solo due mesi dopo dall’instaurazione del governo rivoluzionario, Fidel Castro si espresse più volto contro il razzismo, manifestando una ferma volontà a sradicare tale diffuso fenomeno.

L’impegno nella lotta al razzismo ha portato i suoi frutti, ovvero enormi vantaggi nell’integrazione e nel perseguimento dell’uguaglianza razziale. Isaac Saney scrive: “Si può sostenere che Cuba ha fatto più di qualsiasi altro paese per smantellare il razzismo istituzionalizzato e generare armonia razziale”.

Un altro grande traguardo raggiunto da Cuba è costituito dalla lotta per l’uguaglianza di genere. Il 48,6% del Parlamento della nazione è composto da donne, secondo quanto asserito dalla diplomatica cubana Norma Goiochea al Forum Unione Europea-America Latina nel 2016(http://it.granma.cu/mundo/2016-02-09/lintegrazione-della-donna-in-cuba-esposta-nel-parlamento-europeo).

Il Paese si piazza quindi al terzo posto nella Classifica mondiale inerente la presenza delle donne nel Parlamento, preceduto solo da Bolivia e Ruanda. Inoltre, Il 64% dei posti universitari è occupato da donne(2013). “Le donne cubane comprendono il 66% di tutti i tecnici e professionisti a livello medio e superiore del Paese(2013). “Alle donne viene concesso un congedo di maternità di 18 settimane a pieno titolo, con un congedo esteso al 60% fino al compimento del primo anno di età.

Un recente rapporto del Center for Democracy in the Americas con sede negli Stati Uniti (per nulla una fonte non critica) ha osservato : “Con diverse misure, Cuba ha raggiunto un elevato standard di uguaglianza di genere, nonostante la reputazione del paese per il machismo, un latino Variante americana del sessismo. Save the Children classifica Cuba al primo posto tra i paesi in via di sviluppo per il benessere di madri e bambini, sottolinea il rapporto. Il World Economic Forum colloca Cuba al 20 ° posto su 153 paesi in termini di salute, alfabetizzazione, status economico e partecipazione politica delle donne – davanti a tutti i paesi dell’America Latina ad eccezione di Trinidad e Tobago(2013).”( https://www.invent-the-future.org/2013/07/20-reasons-to-support-cuba/)

Altro grande successo raggiunto dalla Rivoluzione è stato quello di rendere Cuba l’unica nazione che presenta un autentico sviluppo ecosostenibile, secondo un rapporto del WWF.

Il paese è inoltre riuscito a raggiungere un Indice di Sviluppo Umano (ISU) pari allo 0,777. Come ben sappiamo Cuba è sottoposta ad un crudele blocco economico che a partire dal 1962 ha strozzato irreparabilmente l’economia della nazione.

“Come sarebbe oggi l’HDI di Cuba senza questo blocco soffocante?

Facendo un confronto con l’HDI della Spagna, puoi vedere che ha raggiunto 0,891 senza alcun blocco economico. Cuba è riuscita a raggiungere lo 0,777 dopo decenni di duri blocchi.”

Insomma compagni, Cuba ci dimostra sempre di più che, mediante il socialismo, anche un paese povero e sottoposto ad un durissimo blocco economico da parte della Prima Potenza mondiale può raggiungere grandissimi risultati.

Compagno Pier

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