Il 3 febbraio scorso é stato effettuato un concorso per i reparti specializzati di medicina dell’ULSS 1, quella di Belluno. E non é la prima volta: già nel 2015 il concorso era stato pressoché deserto, e solo una candidata si propose, poi ritirandosi. Le cause che il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ed il primario del Policlinico cadorino affermano sono non sulla natura montuosa dei luoghi, bensì sulla presenza del numero chiuso alla facoltà di Medicina, cosa che riduce drasticamente la oresenza di medici specializzati rispetto all’esigenza del territorio; infatti la sola ULSS 1 richiedeva 12 posti da pediatra, quando in tutto il Veneto sono usciti 10 neopediatri.
La cosa provoca numerosi disagi alla popolazione, alla quale non viene garantita un’adeguata copertura sanitaria, che potrebbe essere addirittura fatale.
Ma perché é stata inserita la soglia col numero chiuso nelle Università? Semplicemente per un deficit di professori, e quindi da uno scarso finanziamento statale e regionale nelle Università del Paese, che non permette di pagare abbastanza stipendi per tutti gli insegnanti necessari a sopperire alla domanda degli studenti, e, quindi, ai servizi che si vanno ad effettuare per il popolo.
Un’Italia che cerca la crescita senza finanziare il futuro testimonia la cecità dell’odierna amministrazione e la miopia nella risoluzione della crisi più lunga da ormai un secolo e mezzo.
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