PROTESTE EPOCALI IN ROMANIA

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Sebbene il Governo abbia ritirato il disegno di legge depenalizzatore della corruzione il 5 febbraio, le proteste continuano e il mezzo milione di manifestanti (su venti milioni totali di rumeni) esige le dimissioni del presidente socialdemocratico, eletto a dicembre col 45%, Sorin Grindeanu.
Il Presidente Grindeanu aveva già riscontrato il 31 gennaio, data dell’approvazione del decreto, una forte opposizione da parte del Presidente della Repubblica, il liberaldemocratico Klaus Iohannis, della magistratura e della procura anticorruzione; e questo stesso decreto sarebbe stato lo scudo a diversi politici, determinando la fine al processo in corso alla guida dei socialdemocratici Liviu Dragnea, avrebbe anche evitato loro delle grane giudiziarie per corruzione, ed avrebbe inoltre abolito l’abuso d’ufficio per somme inferiori ai 44mila euro permettendo, come sopra affermato, di scampare alla giustizia per diversi esponenti politici.
Questa é la prima grande protesta spontanea dei rumeni, che hanno frequentemente issato la bandiera della Repubblica Socialista contro la corruzione divagante dall’avvenimento della fucilazione di Nicolae Ceaușescu e di sua moglie Elena, allora leader del Partito Comunista Rumeno, dichiarato illegale dal 1989. É questo un particolare che viene scarsamente citato: il Conducător viene ricordato con una forte nostalgia di tempi migliori, e probabilmente se non fosse stato per il suo errore di indebitare la Romania con gli Stati Uniti, molto probabilmente il Socialismo Reale non avrebbe mai abbandonato l’Europa (lasciamo a voi le conclusioni in merito, confidando nella nostra linea critica).
-Compagno Adorianus

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