L’AMERICA CHE SPALLEGGIÒ LA GERMANIA NAZISTA

photo_2017-06-09_19-08-56.jpg
Pochi giorni fa è stato l’anniversario dell’entrata delle truppe sovietiche a Berlino e il giorno della Liberazione è ormai alle porte: in questo periodo più che mai vengono ricordati e celebrati tutti i fronti che presero parte alla liberazione dell’Europa dalle forze nazi-fasciste.Uno di questi fronti che ebbe un ruolo ben rilevante e, soprattutto nel nostro paese, viene rimembrato sono i cosiddetti “alleati”, gli americani.

Questa volta però parleremo del ruolo che ebbero gli americani in Germania nella lotta contro Hitler.
Un ruolo che si rivelerà essere superficiale nella tecnica e soprattutto ambiguo politicamente.

Il ruolo principale è quello di Allen Welsch Dulles, uomo che dopo la guerra ricoprirà alti incarichi della CIA, ma che ,nel novembre 1942 quando venne mandato a Berna ufficialmente come impiegato governativo dell’ambasciatore Harrison, era era il responsabile (sottocopertura) dell’OSS, ovvero i servizi di sicurezza per l’estero degli USA.
Rimase in contatto durante tutta la guerra con Washington e si occupava di studiare e controllare le organizzazioni di resistenza contro Hitler, in particolare coloro che progettavano attentati e simili a questa persona.
E appunto molti messaggi criptati contenenti a volte liste elencanti nomi di potenziali attentatori (da lui chiamati “guastatori”), altre piani e sue personali opinioni ed altre ancora gruppi di guerriglia vennero intercettati e decifrati dalle forze dell’Asse.

In questo ebbero un ruolo rilevante i servizi segreti Finlandesi, i quali collaboravano con la Germania.
Appunto queste comunicazioni vennero decriptate dal capitano dell’ufficio cifra Erkki Pale e l’ufficiale Jukka L. Mäkela disse al riguardo:
“ Mediante l’ascolto sistematico dei messaggi diplomatici americani, soprattutto in partenza da Berna, i finlandesi vennero a conoscenza di molti particolari intorno al movimento di resistenza contro Hitler. Quello che poi accadde mostrò con quanta inaccortezza si siano comportati i servizi di sicurezza americani”.
Riguardo ciò Dulles riferirà in sua difesa che nel 43 quel codice venne a conoscenza dei tedeschi e che, non avendone altri a disposizione, lo dovette utilizzare, ma non riferendo tramite questo alcuna informazione fondamentale per i moti di partigiani antifascisti.
Come vedremo, ciò non è vero ed è proprio questo il punto della questione trattata.

La Germania Nazista non venne a sapere ciò solo per via delle informazioni intercettate, ma bensì anche dalle idee politiche di Allen, idee ben note ai nazisti e relativamente apprezzate da questi.
Riferisce lo Sturmbahnführer delle SS Wilhelm Höttl:
“I servizi segreti tedeschi vennero a conoscenza delle opinioni di Allen Dulles intorno ai grandi problemi della politica contenute nei rapporti che questi inviava a Washington allorché essi vennero captati dal controspionaggio ungherese , che dopo averli tradotti in chiaro li mise a disposizione del controspionaggio tedesco. Essi rivelano in Dulles un’ avversione contro il bolscevismo incondizionata, ideologicamente fondata e basata su chiare previsioni”

Ma quali erano queste “previsioni”?

In uno dei suddetti documenti, la spia americana fece i nomi dei seguenti attentatori: il socialista Lenschner, il generale Oster e Goerdeler

Misteriosamente, sempre prima che prendessero atto gli attentati, le persone nominate nella lista vennere neutralizzate.
• Il 4 marzo 1944 Hans Oster fu espulso dall’esercito e sorvegliato dalla Gestapo (impiccato il 9 aprile 1945)
• Il 18 luglio per Goerdeler venne stilato un mandato di cattura (giustiziato il 2 febbraio 1945)

La fuga di informazioni fece scoprire anche Julius Leben, Theodor Hanbach e Adolf Reichwein, membri dell’organizzazione Kreisaur Kreis, del patriota antifascista Helmut James Molkte.
Anche questi verranno poi fermati e giustiziati dalla Gestapo per via della noncuranza dei servizi segreti statunitensi, in particolare di Allen Welsch Dulles.

Inoltre Allen venne a conoscenza della riunione tra il comunista Ferdinand Thomas con il socialista Reichwein per rimarcare l’importanza di un’unione di tutti coloro che combattevano contro Hitler.

Date le recenti informazioni ricevute dall’agente, questo realizza il fatto evidente che i rappresentanti della classe operaia della Germania si stanno facendo avanti, prendendo sempre più consensi e forza, e ciò è una minaccia agli occhi di Dulles.

Preoccupato, dopo aver letto un rapporto del collega Gero Von Shulze-Gaevernitz, riferisce immediatamente alla capitale USA:
“ Esiste in Germania un comitato centrale comunista che guida l’attività comunista del paese. Questo comitato si trova in collegamento con il “comitato nazionale per la libera Germania” a Mosca, ed è sostenuto dalla direzione russa. La sua forza è aumentata concretamente dalla presenza di milioni di prigionieri di guerra e lavoratori russi in Germania. Molti di questi sono segretamente organizzati. Dalla Russia provengono regolarmente direttive e piani per la ricostruzione della Germania dopo la guerra. […] In confronto al lavoro svolto dalla Russia, gli stati democratici [ovvero gli stati capitalisti alleati] non fanno nulla per l’avvenire dell’Europa centrale”

Così balza in testa ad Allen di sfruttare l’imperialismo tedesco contro l’URSS, da lui denominato “il cordone sanitario contro il bolscevismo”.
Dapprima riesce a rendere noto ai servizi segreti nazionalsocialisti l’assemblea tra i comunisti Franz Jacob, Ferdinand Thomas ed i socialisti Leber e Reichwein per organizzare un’imminente azione decisiva clandestina d’attacco. Il 4 luglio 1945 vennero arrestati e successivamente uccisi.

Infine, il 13 luglio, riguardo all’attentato ad Hitler che si avrà il 20 luglio (di cui la dinamica é descritta nella foto allegata) e riguarderà per lo più forze statali, Allen Welsch Dulles comunicava:
“ In caso di un complotto ben riuscito sarebbe possibile ottenere una ordinata ritirata ad ovest, mentre le migliori divisioni della Germania potrebbero essere rivolte verso est”.

Con questa considerazione si ufficializza il piano ideale (che poi mai fu possibile realizzare data l’evoluzione degli avvenimenti) di Dulles, ovvero di ottenere un golpe militare contro Hitler, dove le forze proletarie e sovietiche non avrebbero potuto avere la potenza per influire sul da farsi, per poi far sì che la nuova Germania si alleasse con i così detti stati “democratici” d’Occidente, a scopo di attaccare la Russia.

E le vittime di tutto ciò furuno coloro che combattevano contro il nazismo, i civili uccisi dagli attacchi e lo stesso movimento di resistenza che venne pesantemente sfoltito e conseguentemente si rallentò: da Berlino alla Sassonia per colpa delle inaccortezze e degli interessi del capitale americano più di 400 guerriglieri vennero condannati a esecuzioni come la decapitazione e l’impiccagione.

E questa smania si protrasse perfino dopo la guerra con la Gladio europea, dove nel 1952 in Germania Ovest vide coinvolta la collaborazione dell’ex SS Hans Otto, il quale confessò di un esercito stay behind neonazista alla polizia, il quali membri sorprendente risultarono innocenti.
Altro caso anche quello della privazione sensoriale (isolamento totale e privazione di stimoli con luce accesa tutto il giorno, con gravissime conseguenze psicofisiche) della prigione di Colonia-Ossendorf in sempre nello stesso stato precedentemente riservata a moltissimi membri della RAF (Frazione dell’Armata Rossa) e del collettivo socialista di Heidelberg SPK. Alcune delle vittime, che si professavano “anti imperialiste” e “comuniste”, furono:
•Astrid Proll, detenuta dal maggio 1971 al gennaio 1974 (dopo essere stata dichiarata fisicamente incapace a comparire in giudizio)
•Ulriche Meinhof e Gudrum Eisslin.
E a quest’ultimo fatto, oltre alle condizioni di prigionia e vere torture di cui sono state vittime, s’hanno da collegare quelli che per molto tempo sono stati chiamati ufficialmente “suicidi”, che però sono avvenuti in circostanze molto sospette e che ancora oggi, forse più che mai, destano dei dubbi sulla loro natura e hanno acceso di nuovo il dibattito su ciò che potrebbe essere realmente successo.

Così la storia vede per un’ennesima volta un’America non liberatrice e caritatevole, portatrice di democrazia e giustizia, bensì una losca sfruttatrice, guidata completamente dai bisogni del capitale e del capitale personificato, la borghesia, che non si ferma a nessuno scrupolo o interesse comune dell’umanità, né tantomeno all’evidenza della sua natura e della società di cui è portavoce.

Ma quanti regimi instaurati, quanta falsa propaganda rivelata, quanto sfruttamento, quante oppressioni di rivolte, quante guerre imperialiste e quante menzogne dovremmo vedere perché il proletariato e chiunque ritenga opportuno unirsi alla sua causa vedrà dove sta la sua libertà e benessere?

Il giorno della nostra liberazione dal fascismo, capitalismo in decadenza, compiuta da parte del fiero popolo italiano che ha preso le armi in mano decidendo la più saggia delle decisione tra i fucili o le catene, è alle porte.
Una cosa credo perciò sia importante ricordare:

“la storia insegna, ma non ha scolari”

– Compagna Laura

0 Replies to “L’AMERICA CHE SPALLEGGIÒ LA GERMANIA NAZISTA”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *