Cosa distingue l’Essere Umano, non l’uomo animale – parafrasando Marcuse – privo del principio della ragione, ma l’umano cosciente di se stesso e del suo inserimento in un determinato processo storico, dagli altri animali?
Al tempo suo il greco Aristotele definiva l’essere umano come Zoon Politikón ovvero animale politico. Non era certamente in torto, è infatti inimmaginabile un uomo che non amministra col pensiero la sua vita e quindi, vivendo in comunità, la vita collettiva di tutti. Eppure, seppur con un impiego celebrale nettamente inferiore, anche varie specie animali vivono in gruppi o vere e proprie comunità – pensiamo alle api – e amministrano la loro esistenza in queste realtà comunitarie. Cos’è allora che ci differenzia? Quale essenziale differenza si trova fra un formicaio e una nazione? O tra un alveare di api e una città? Tra un branco di lupi grigi e una comunità d’umani?
Un po’ anche per non cadere in certe, ed estremamente osannate oggi, conclusioni neoliberali, ci viene in contro ancora una volta Karl Marx. Ebbe un intuizione geniale quanto semplice ed esatta: Marx definisce le specie di animali che vivono in gruppi come Esseri Naturali Specifici, cioè incapaci di non creare uno specifico ed unico modello di comunità se non come conseguenza ad un evoluzione biologica. Infatti, a meno che non si evolvano, delle formiche creeranno sempre formicai con tutta una serie di caratteristiche come la regina o altri vari ruoli e dinamiche che non possono variare, non possono neanche voler variare. Le api non potranno mai creare qualcosa di diverso da un alveare, uguale a tutti gli altri alveari di quella specie di api, con uguali ruoli e dinamiche interne. Così come un branco di lupi avrà sempre un capo branco, determinate dinamiche che per il lupo sono istintuali, naturali e immutabili così come per gli altri animali comunitari. Dunque sono appunto Esseri Naturali Specifici: creeranno sempre, a meno che non subentri una mutazione biologica e genetica, lo stesso identico tipo di comunità, delle formiche non possono creare una repubblica o una oligarchia, non possono applicare una politica-economica di stampo liberista o socialista, creeranno sempre lo stesso tipo di comunità.
L’essere umano no, Marx definisce l’uomo come Essere Naturale Generico, traduzione italiana della molto più nota ed efficace formula tedesca Gattungswesen che è letteralmente “essenza generica”. Perché Generico? Perché siamo Gattungswesen? Perché l’essere umano può costruire e dar vita ad innumerevoli tipologie di comunità. Possiamo dar vita a una dittatura fascista, a una monarchia assoluta, ad una comunità anarchica, a una democrazia e possiamo dar vita a una società classista, a una società come quella medievale così come a quella romana o ottocentesca. L’essere umano non riproduce sempre il medesimo modello di vita comunitaria, grazie alle sue capacità intellettuali può creare società d’ogni forma e sorta. Ma ancor più importante per Marx, l’uomo può creare società alienanti e società disalienanti, in questo senso l’uomo ha in potenza la creazione di un modo che lo opprime e lo annienta così come la creazione di un mondo che gli permetta di completarsi al meglio, di disalienarsi, di vivere bene e con felicità. Questo è il Gattungswesen, questa è per Karl Marx l’essenziale differenza tra gli uomini e gli altri animali.
L’ideologia neoliberale e liberista, oggi al potere, combatte duramente l’idea di Gattungswesen indicando come natura umana l’egoismo, la disonestà, la pigrizia, l’avarizia e la violenza, senza mai smettere di schifare e criticare queste stesse caratteristiche ma usandole per poter dire “questo mondo non è il migliore ma è l’unico mondo possibile” o “è la natura umana stessa ad impedire un mondo migliore”. Essendo al potere, questi ricchi signori che di questo mondo ne godono, alienano con queste idee la massa, la alienano perché essa non sa più d’essere Gattungswesen e anche se vivono una realtà opprimente, repressiva e infelice come il capitalismo pensano che è l’unico mondo possibile, che non c’è mondo migliore, che non si può cambiare niente, come se quel tipo di mondo non fosse un prodotto umano ma qualcosa di dato a priori, qualcosa d’innato la cui esistenza diventa ovvia e scontata. Così i popoli ora sono come le api e le formiche, a causa della propaganda ideologica del potere capitalistico di stampo liberale e globalista, non riescono più neanche a immaginare di poter creare un mondo migliore, sono quindi – gli uomini – alienati totalmente dalla loro reale natura di Gattungswesen dal sistema.
La presa di coscienza è proprio questa disalienizzazione: la riscoperta del proprio Gattungswesen e quindi l’inizio di una lotta, fondata su una base teorica, per far prendere coscienza a tutti gli sfruttati ed unirli nell’unica lotta oggi necessaria che assolutamente non è una lotta tra minoranze ma una lotta di classe, una lotta non orizzontale ma verticale cioè dal basso del popolo alienato e sfruttato verso l’alto della piramide sociale del capitalismo. Una rivoluzione che dia vita ad un mondo migliore, a una società che sia socialista, disalienante, umana, tollerante, libertaria, rivoluzionaria ed emancipante.
Si urge oggi il recupero del nostro Gattungswesen, si urge una nuova presa di coscienza popolare ed una rinascita anticapitalista per un mondo migliore ed umano, per il socialismo e la libertà.
— Compagno Grimm