- Introduzione
Nel 2018 l’IPCC ha lanciato un accorato appello per la riduzione della metà delle emissioni globali annue nei prossimi 12 anni per arrivare ad un’economia a zero emissioni nette entro la metà del secolo. Per evitare la catastrofe, paesi come gli USA e il Regno Unito devono ridurre le emissioni di CO2 dell’80% e arrivare ad un’economia a zero emissioni entro il 2040, con una condivisione equa dei tagli di emissione tra i paesi OCSE e non OCSE. Per fare ciò Ann Pettifor nel libro Il green new deal. Cos’è e come possiamo finanziarlo invita ad abbandonare l’attuale sistema finanziario ultra-energivoro e globalizzato che ha come scopo produrre miliardi di debito non regolamentato per finanziare un consumo apparentemente illimitato e funzionale alle emissioni tossiche. Questo sistema avvantaggia solo il cosiddetto “1 per cento” che sfrutta il sistema finanziario mantenuto dai contribuenti per arricchirsi. Bisogna uscire da tutto ciò e creare un nuovo sistema più equilibrato, ecosostenibile e basato sulla giustizia sociale, capace di superare l’ossessione della crescita e mettere fine alla dipendenza dai combustibili fossili. Possiamo raggiungere questo scopo in questo decennio che ci rimane a disposizione tramite l’implementazione di un Green New Deal (GND).
2. Alcuni esempi teorici per iniziare
Il GND richiede cambiamenti sistemici sia economici che ecologici e ha bisogno di un nuovo approccio all’economia e all’ecosistema finanziarizzato e globalizzato ma anche di cambiamenti strutturali nell’economia. Tuttavia è bene ricordare che non esiste un solo GND possibile perché il cambiamento climatico non impone una sola tipologia di politica. Come sostiene Max Ajl nel suo A People’s Green New Deal un GND che sostituisce le auto a petrolio con delle vetture a batteria a lito e sostiene un’economia capace di sostituire il gas con l’energia nucleare sovvenzionata dallo Stato, è perfettamente compatibile con modelli di business altamente inquinanti. Un GND popolare si baserebbe su altri principi, ad esempio la possibilità di un accesso universale all’energia rinnovabile, sul pagamento del debito climatico, su spazi pubblici demercificati o sulla sovranità alimentare. Simili proposte farebbero a pezzi le catene del valore delle imprese inquinanti e contribuirebbero al superamento delle relazioni diseguali e di supersfruttamento che regolano i rapporti tra il Nord e il Sud del mondo, il quale non sarebbe più la discarica del pianeta e il fornitore di forza lavoro a basso costo per il ricco Nord. Ajl sostiene che un simile GND, per certi aspetti simile a quello di Pettifor anche se il GND americano a cui ha contributo viene criticato nel libro A People’s Green New Deal, potrebbe assumere una coerente prospettiva ecosocialista segnata dalla demercificazione della vita sociale, una gestione dell’economia basata sui produttori liberamente associati e la natura non umana sarebbe veramente protetta. Abbiamo scelto di concentrarci però sulla proposta di Pettifor perché è la più completa a disposizione per un pubblico italiano.
Per Pettifor la finanza, l’economia reale e l’ecosistema sono legati. L’ecosistema non può essere ripristinato e protetto senza ripristinare la subordinazione della finanza agli interessi della società e del pianeta. Questi cambiamenti radicali hanno bisogno di un rinnovato intervento statale e di un’ambizione che va oltre il New Deal di Roosevelt da cui trae ispirazione. Bisogna colpire una delle cause delle crescenti emissioni tossiche, ovvero un sistema finanziario autoregolantesi e globalizzato che fornisce ingenti quantità di denaro a consumatori e speculatori senza controllo. Il denaro viene usato per gonfiare i prezzi delle attività esistenti invece di crearne di nuove e viene incanalato nell’estrazione delle risorse limitate del pianeta. Il GND è un piano globale per arginare il crollo dei sistemi di supporto vitale della Terra. Ha una dimensione globale perché è la Terra nel suo insieme ad avere bisogno di un New Deal.
“Il GND riconosce che in futuro dovremo ricavare energia solo da fonti rinnovabili. Dobbiamo anche espandere e sostenere gli ecosistemi che assorbono enormi quantità di anidride carbonica dall’aria e immagazzinano questo carbonio negli alberi, nei suoli e negli oceani. Ma le società devono anche porre fine alla loro dipendenza da un sistema economico globalizzato che alimenta il collasso climatico e incoraggia le emissioni tossiche; un sistema economico che genera al contempo squilibri ecologici e disuguaglianze insieme a ingiustizie economiche, politiche e sociali. Questo sistema è il capitalismo globalizzato e finanziarizzato”1.
Oltre alla proposta europea, esistono due GND elaborati ad oggi dalle forze politiche di sinistra: la versione americana e quella inglese. Nel primo caso lo scopo è arrivare ad un’economia a zero emissioni senza danneggiare i lavoratori e creando nuovi posti di lavoro investendo nelle infrastrutture e nell’industria del paese. Il GND americano si sofferma sulla creazione di posti di lavoro in particolare in relaziona alla ricostruzione ambientale, produzione e distribuzione di energia pulita, creazione di lavoro ad alta e bassa specializzazione che richiedono una nuova formazione e sono capaci di sostituire i lavori dell’industria fossile. Un punto qualificante della proposta è la creazione di una banca verde pubblica per investire in tecnologie a missioni zero. Il GND inglese ha una prospettiva più internazionalista perché a lungo termine si propone di realizzare una ristrutturazione dei sistemi finanziari, fiscali ed energetici dell’economia globale. Il Regno Unito dovrebbe agire per costruire il giusto contesto politico-finanziario per avere la stabilità economia e promuovere quella ambientale.
“«La deregolamentazione finanziaria», a nostro avviso, aveva «facilitato la creazione di quantità pressoché illimitate di credito. Questo boom creditizio è stato accompagnato dalla comparsa di modelli di prestito irresponsabili e spesso fraudolenti che determinano bolle finanziarie in numerosi settori, come quello immobiliare, e alimentano consumi insostenibili dal punto di vista ambientale». Sottolineavamo anche come dei tassi di interesse reali molto elevati avessero guidato la ricerca di tassi di rendimento eccessivi sugli investimenti, al fine di rimborsare i debiti. Da qui la coazione a spogliare le foreste, svuotare i mari e sfruttare il lavoro al fine di generare i rendimenti necessari per rimborsare gli onerosi debiti”.
Un altro principio del GND inglese è ristabilire l’autorità pubblica sul sistema monetario nazionale e internazionale con lo scopo di sottrarre potere a chi vorrebbe esercitare un’autorità privata su di esso. L’obiettivo è mobilitare le risorse finanziare necessarie per contrastare il cambiamento climatico a livello mondiale.
Entrambi i GND ragionano come se il collasso climatico fosse una minaccia alla sicurezza dell’intera nazione e lo Stato deve avere un ruolo centrale nell’organizzazione dell’economia per affrontare un problema paragonabile alla minaccia della sicurezza dell’intera nazione, come se ci fosse una guerra in corso. Il GND inglese ha una maggiore attenzione per i poveri durante la transizione mentre il GND americano ha un’ambizione più grande: ricostruire una società in crisi in una pianeta in crisi, mettendo al centro le comunità più fragili rispetto ai cambiamenti climatici.
3. La finanza e l’ambiente
Per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, dovremmo contenere il bilancio del carbonio entro 3200 miliardi di emissioni di CO2 . L’IPBES ci avverte anche dell’esaurimento della natura a tassi senza precedenti nella storia umana, per non parlare del tasso di estinzione delle specie. L’ONU chiede una riorganizzazione complessiva del sistema a cui prova a rispondere il GND. Siccome l’economia umana è un sottosistema che si regge ed è contenuto da un’ecosfera globale con un equilibrio delicato e alimentato da flussi finiti di energia solare, la dimensione minima del GND è il mondo. Dentro questa dimensione bisogna pensare alla giustizia ecologica tramite una redistribuzione della ricchezza per saldare il debito climatico tra i paesi ricchi e quelli poveri che inquinano meno fino ad arrivare al punto in cui le emissioni pro capite non convergeranno in tutto il mondo. L’iniziativa può essere sostenuta dalla cooperazione internazionale tra Stati nazionali. Per attuare questo piano c’è bisogno di mobilitare molte risorse finanziarie e per farlo occorre subordinare i bisogni della finanza a quelli delle nazioni. La finanza sostiene un sistema che ha come scopo la costante espansione della produzione guidata dall’incessante impulso dell’accumulazione di capitale a tutto vantaggio di una minoranza che opera nella finanza tramite attività finanziarie immateriali e speculazioni. Il credito ha la funzione di espandere l’economia e i consumi stimolando l’estrazione di combustibili fossili per mezzo di industrializzazione, motorizzazione, urbanizzazione e consumismo.
“Dal punto di vista dell’ecosistema, forse l’aspetto più dannoso della creazione globalizzata e perlopiù deregolamentata di credito è la domanda del settore finanziario di tassi di rendimento reali elevati su un processo che non comporta quasi alcuno sforzo: la creazione di nuovo denaro. Se i tassi di interesse sono superiori alla capacità della Terra o dell’economia di rigenerarsi, i tassi di interesse diventano brutalmente estrattivi. Le persone che sono obbligate da redditi bassi o calanti a prendere soldi in prestito sono costrette a orari di lavoro sempre più lunghi per ottenere i soldi necessari per rimborsare gli interessi sui loro debiti. Anche le imprese riducono i costi e aumentano lo sfruttamento della forza-lavoro al fine di accrescere le risorse finanziarie necessarie al servizio dei loro debiti. I governi disboscano le foreste, incentivano la pesca intensiva e consumano i terreni per migliorare l’“efficienza” e generare i rendimenti necessari per ripagare le proprie obbligazioni, compreso il servizio del debito estero”.
Il GND incontrerà inevitabilmente l’opposizione di finanziatori, speculatori e investitori che chiederanno alti tassi di interesse reali sul capitale e regole fiscali restrittive contro l’indebitamento e l’aumento della spesa pubblica con il risultato di scatenare l’indebitamento privato. Il paese che dovesse adottare un GND sarebbe soggetto ad esodo di capitali2, boicottaggio dell’acquisto di titoli di stato e crollo della valuta nazionale, costringendo la banca centrale ad aumentare i tassi di base e di conseguenza quello d’interesse danneggiando l’economia reale. Pettifor sostiene che ciò porterebbe a maggiore estrazione di manodopera e risorse dell’ecosistema per rimborsare i debiti.
4. L’economia di stato stazionario
L’obiettivo di Pettifor è creare un’economia di stato stazionario dove prodotto e consumo pro capite siano relativamente stabili, vengano rispettate le leggi della fisica e dell’ecologia e che contribuisca a riparare e mantenere l’equilibrio naturale con l’intento di lasciare un pianeta vivibile alle future generazioni. Si tratta di un mondo dove: “la sovranità delle donne sul proprio corpo sia di primaria importanza, per tutte le ragioni ovvie, ma anche affinché la fertilità umana possa essere gestita al meglio. Un mondo in cui il lavoro sostituisca il carbonio: un’economia decarbonizzata sarà un’economia ad alta intensità di lavoro e ricca di opportunità di lavoro. Un’economia in cui cammineremo e pedaleremo di più; in cui non voleremo; in cui rinunceremo alla carne e coltiveremo e consumeremo cibo locale e stagionale. In cui realizzeremo e ripareremo i nostri indumenti, piuttosto che sfruttare lavoratori a basso reddito in luoghi lontani. Useremo sia l’energia del sole che l’energia umana in modo efficiente. E, per fare questo, rovesceremo la potente ideologia che guida l’espansione dell’attività economica (vedi sotto) a livelli insostenibili, l’ideologia dell’individualismo e della competizione estremi, e celebreremo invece le qualità distintamente umane dell’altruismo, dell’empatia e dell’azione collettiva”.
Per realizzare questi obiettivi serve il GND inteso come un progetto basato sulla cooperazione internazionale che tenga conto delle specificità locali e nazionali, con una legittimità democratica fornitale dagli Stati nazionali o blocchi di Stati che cooperano tra loro come l’UE. Serve sfidare il capitalismo finanziario globalizzato. Per capire come viene ripreso il pensiero di Donella Meadows che parla di punti di leva, ovvero luoghi all’interno del sistema complesso capaci di generare grandi cambiamenti tramite una loro piccola trasformazione. A ciò si aggiunge il concetto di paradigma che regge una particolare società, ovvero l’insieme di credenze su cui si pensa poggi l’organizzazione del mondo. Il GND prova a cambiare paradigma istituendo un’economia di stato stazionario a partire dall’esortazione di Keynes, contenuta nel saggio Autosufficienza nazionale, a ridurre al minimo il groviglio economico tra le nazioni favorendo la produzione di merci in casa ogni volta che ciò sia ragionevole. Con il termine groviglio economico Keynes intende i legami commerciali e finanziari che sono ormai ecologicamente insostenibili. Bisognerà intraprendere misure di localizzazione per rifocalizzare l’economia sui mercati locali pur mantenendo un’apertura agli scambi internazionali, al sostegno e agli aiuti reciproci. Un altro punto di attacco è la libera circolazione di capitali. Gestire i flussi di capitale, rallentarli o bloccarli è difficile a causa delle regole del WTO e gli accordi di libero scambio tra i paesi.
“I controlli di capitale – ribattezzati dall’FMI «gestione dei flussi di capitale» – sono finalmente diventati nuovamente oggetto di discussione, anche se il dibattito per ora è limitato ai flussi in entrata. Il dibattito sulla regolamentazione dei flussi in uscita – la fuga di capitali che rende così facile per le aziende e le élite corrotte esportare i loro guadagni illeciti – è ancora tabù. Tuttavia, i restanti vincoli possono e saranno allentati nel momento in cui arriverà un altro shock finanziario, per il quale dobbiamo essere preparati, visto che nuovi punti di leva possono sorgere all’improvviso”.
Limiti di questo tipo stanno tornando a causa dell’economia di guerra che ha investito il mondo dopo l’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022.
Altre leve sono i banchieri centrali che possono approvare o cancellare la registrazione dell’imprese presso le banche centrali per operare nel paese e così minacciare chi non rispetta il controllo dei capitali. Un’altra leva sono i titoli di Stato per cui esistono veri sistemi di controllo potenzialmente applicabili.
“Il Ministero del Tesoro/delle Finanze decide quali individui o imprese possono partecipare all’acquisto e/o alla vendita di titoli di Stato. Coloro che desiderano entrare a far parte del “gruppo approvato” di acquirenti devono soddisfare determinati criteri stabiliti dall’ufficio di gestione del debito del governo. È un potere che può essere utilizzato per escludere gli investitori che si dimostrano riluttanti a cooperare con il governo o a obbedire alle regole stabilite dalle autorità pubbliche: la banca centrale o il Ministero delle Finanze”.
In altre parole, i governi dovrebbero utilizzare i beni pubblici di cui il sistema finanziario non può fare ameno per ottenere benefici per i contribuenti dai cui tributi dipende il sistema.
5. I principi del Green New Deal
I GND si basano su alcuni principi chiave. Ne elencheremo alcuni.
Il primo è l’economia di stato stazionario che non supererà i nove limiti ecologici grazie alla riduzione al minimo dei rifiuti con metodi di riciclaggio a circuito chiuso e lo sviluppo di reti di energia e di risorse circolari dove le persone vivono e lavorano. La scarsità di risorse viene affrontata con riutilizzo, rigenerazione e forniture di materiali secondari, dove troviamo alcuni prodotti già pensati per una riconversione in materie prime. L’obiettivo è garantire la stabilità dello stock di capitale fisico che include beni di consumo, beni capitali e popolazione umana. Non vengono mantenuti costanti beni immateriali come l’intelligenza, l’empatia o la cura incarnati negli esseri umani.
Il secondo principio: il GND porrà dei limiti al consumo apparentemente illimitato del capitalismo mentre affronta la soddisfazione dei bisogni di base per una effettiva partecipazione alla vita sociale. Nell’era dell’Antropocene dobbiamo stabilire degli standard di sufficienza a dare la priorità al soddisfacimento dei bisogni umani invece dei desideri e le preferenze dei consumatori. Il GND soddisfa i bisogni dell’uomo e non i suoi desideri. Le esigenze di base che intende soddisfare sono salute, cibo, acqua, casa, ambienti di lavoro e fisici sicuri, educazione, sicurezza fisica, economica…
Terzo principio: autosufficienza. Nel quadro di un mondo dove il Nord salda il suo debito climatico con il Sud, si punta all’autosufficienza nella fornitura dei bisogni, beni e servizi umani ai cittadini.
“Mentre le idee, la conoscenza, le invenzioni e l’arte saranno internazionali, le merci saranno ‘fatte in casa’”.
Quarto principio: economia mista. Lo Stato avrà un ruolo centrale nel finanziare, mobilitare e attuare lo sforzo di trasformazione dell’economia che serve. Lo strumento per realizzare il GND è un’economia mista dove lo Stato svolge le attività che richiedono un’azione collettiva mentre il mercato dovrebbe facilitare la transizione di beni e servizi dentro un ambito con un quadro statale stabile.
“Per fare un esempio concreto, lo Stato investirebbe nel rimboschimento di ampie aree di territorio, nell’ampliamento del trasporto pubblico e nell’efficientamento energetico degli edifici; tali investimenti andrebbero a beneficio degli imprenditori locali che conoscono la zona e che possono reclutare e formare una forza-lavoro locale per intraprendere il lavoro di decarbonizzazione e quindi generare entrate per l’impresa stessa, ma anche per i suoi dipendenti e per la comunità locale”.
Quinto principio: il GND sarà un’economia ad alta intensità di lavoro dove l’energia derivante dei combustibili fossili sarà sostituita dall’energia rinnovabile e tutte le attività che non potranno essere alimentate in questo modo saranno svolte dall’energia umana, cioè il lavoro. Da qui nasce l’esigenza di un programma di lavoro garantito. Il settore pubblico e privato creeranno posti di lavoro qualificati e meno qualificati per sostenere il GND, assorbendo milioni di disoccupati e sottoccupati. Il GND premierà la forza lavoro con salari dignitosi, formazione, competenze e redditi dignitosi. Tutto ciò contribuirà a mantenere l’equilibrio nel sistema economica e abolirà le diseguaglianze oscene.
Inoltre serve un coordinamento monetario e fiscale per un’economia di stato stazionario. Nel contesto del GND istituzioni e politiche monetarie e fiscali lavorano per sostenere la società nel suo insieme e conquistare la piena occupazione.
“Le autorità pubbliche (nella forma del Ministero delle Finanze) incaricate della politica di bilancio useranno i prestiti finanziari per spendere e per sostenere gli investimenti in attività produttive che ridurranno progressivamente la dipendenza dell’economia dai combustibili fossili, creeranno posti di lavoro e genereranno entrate fiscali. Gli investimenti pubblici forniranno i beni e i servizi necessari alla società e all’ecosistema e, stimolando l’occupazione del settore pubblico e privato, genereranno anche le entrate necessarie per finanziare questa trasformazione. Infine, l’occupazione genererà le entrate fiscali necessarie per rimborsare i prestiti del governo. Proprio come ora, le entrate fiscali non finanzieranno l’investimento o l’attività iniziale. Piuttosto, sorgeranno come conseguenza della spesa pubblica (e privata) e saranno utilizzate per rimborsare il debito pubblico”.
Per evitare l’inflazione Pettifor suggerisce uno stato economico stazionario. La scelta non serve solo per evitare l’inflazione ma anche per evitare di superare i limiti dell’ecosistema. L’inflazione emerge quando i livelli di attività economica eccedono la capacità dell’economia e pertanto sarà importante controllare attentamente l’economia per gestirla. L’autrice si oppone all’idea di crescita infinita e contesta i calcoli dietro la determinazione del Pil.
“Forse la critica più seria alla “crescita” è quella fatta da Herman Daly: essa ignora la finitudine, l’entropia e l’interdipendenza ecologica, perché ignora il concetto di throughput (la capacità massima di elaborazione di un sistema). Piuttosto, la “crescita” è concepita come un «flusso circolare e isolato di valore di scambio»”.
Non accetta neanche l’idea di decrescita perché negando la crescita rafforza indirettamente il concetto. La vera alternativa è l’economia di stato stazionario che “sarà equivalente alla dimensione della presenza umana nell’ecosistema, misurata in base alla popolazione moltiplicata per il consumo di risorse pro capite”.
- Ann Pettifor, Il green new deal. Cos’è e come possiamo finanziarlo, Fazi, Roma 2020, le citazioni legate al libro sono prese da un ebook e pertanto non sono disponibili le pagine. ↩︎
- La fuga di capitale nasce dall’erronea credenza che la finanza pubblica spiazzi quella privata. L’obiettivo degli investitori è privatizzare gli investimenti privi di rischi sostenuti da governi e contribuenti. ↩︎