Monocommittenza: scorcio della crisi incombente

La monocommittenza Boeing nella Leonardo di Grottaglie.

Massimiliano Cosmani

Il problema della monocommittenza nello stabilimento Leonardo si è sempre sentito, e il COVID, come ha dichiarato l’rsu UILM Leonardo Sperti, ha semplicemente anticipato di qualche anno la crisi. Le cave di Fantiano sono solite ospitare concerti ed eventi sociali simili, ma in data 24 luglio ad essere ospitato è stato il dibattito organizzato dal sindacato UILM proprio su questo tema. Gli invitati che sono intervenuti sono figure di spicco come Fitto, europarlamentare per Direzione Italia, poi confluito in FdI e candidato alla Regione con il centrodestra, Cosimo Borraccino, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione con Noi a sinistra per la Puglia; oltre loro sono intervenuti l’ingegnere Rosini, ex direttore esecutivo dell’Alenia Composit, Gianpaolo Cassese, deputato alla camera con i 5S ed ovviamente Palombella, segretario generale della UILM.

Ad introdurre per primo, Talò (seg.gen. Taranto, coord. Puglia) ha affermato che quello del lavoro è un tema dimenticato, che non ha colori e che bisogna ritornare a parlare di esso partendo dai siti a rischio come lo stabilimento Leonardo di Grottaglie che da solo può contare sulla manodopera di circa 1700-1800 addetti. Inoltre con la monocommittenza Boeing c’è il rischio di una bassa produzione che potrebbe influenzare negativamente. In alternativa ha proposto una diversificazione della produzione come soluzione, idea appoggiata anche da Sperti. «Siamo alla resa dei conti» afferma Sperti aggiungendo che le tensioni USA-Cina hanno peggiorato la già grave situazione, in conferma di ciò, la società è in perdita dal biennio 2016-2017 concludendo che si aspetta l’azienda dalla propria parte.

Il dibattito sul destino dello stabilimento Leonardo a Grottaglie (TA), nelle cave Fantiano

L’ingegnere Rosini si è mostrato in parte contrario a questa diversificazione  in quanto Boeing è l’architrave portante dello stabilimento e che punta a rimanere tale per i prossimi 25-30 anni. Ha mostrato soluzioni differenti, come la possibilità di produrre prodotti simili a quelli del 787 prestando attenzione a tutelare la proprietà intellettuale della Boeing, quindi in cerca di qualcosa che possa arricchire l’azienda. Secondo una previsione, la crisi del mercato aeronautico sarà più profonda nel 2020-2021, nel 2022 ci sarà una ripresa generale e nel 2023 si dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi, e l’ingegnere crede che in questo biennio l’Italia debba effettuare principalmente due investimenti:

  • per mantenere la supremazia tecnologica ed il divario col resto del mondo;
  • nella gestione dei processi produttivi.

Questi investimenti, egli crede che dovrebbe far arrivare le nostre aziende pronte, nel 2023, ad approfittare della ripresa. Afferma inoltre che come sono passate le crisi avvenute dopo la Guerra del Golfo e l’attentato alle Torri Gemelle, così passerà questa crisi; potremo affermare che il nostro caro ingegnere abbia scoperto l’acqua calda, tutte le crisi prima o poi vengono superate, ma ciò che conta è l’impatto che avrà sulla classe lavoratrice dopo che ci si prospetta una recessione economica peggiore del 2008; questa domanda è senza risposta, e se sotto un certo punto di vista non lo si può biasimare in quanto in questo periodo di incertezza è molto difficile dare risposte certe, sicure, sotto un altro punto di vista è inaccettabile il fatto che non siano state avanzate proposte, seppur ingenua, per aiutare i lavoratori che quasi sicuramente si troveranno in difficoltà.

Segnali positivi invece dalla Camera secondo quanto afferma Cassese che col Decreto Rilancio ha stanziato 200mln alla provincia di Taranto per una serie di investimenti importanti che saranno gestiti da un comitato che riunirà Ministero dell’Economia ed il Ministero agli affari Esteri per portare investimenti nella provincia.

Dopo l’intervento di Borraccino dove afferma con sicurezza, da operaista convinto, che non ci saranno abbassamenti dei livelli di occupazione, Fitto precisa che «l’Alenia non è caduta come una piuma sul grande prato verde»; nel 2004, egli si scontrò con Bassolino a Palazzo Chigi per la destinazione di 130mln di euro a Grottaglie invece di Pomigliano. «Qui non si tratta di competere con Manduria o Taranto – afferma – ma con realtà mondiali», intanto Boeing ha annunciato 12.000 licenziamenti ed Airbus 15.000 e la Francia ha stanziato 15mrd e aggiunge che le proiezioni in Puglia sono critiche. «Dobbiamo capire come ci poniamo e capire le dinamiche Leonardo» conclude dichiarando che non vuole ritornare tra un anno a discutere con una situazione ancora più grave.

L’intervento conclusivo è di Palombella, segretario generale della UILM. Ha iniziato confermando tutto ciò che ha detto Fitto per quanto riguarda l’importanza che ha avuto per fare arrivare a Grottaglie quei fondi, inoltre si lascia andare ai ricordi del 2005, periodo in cui, a suo parere, è avvenuto un caso unico: tutti i sindacati e le istituzioni, con la loro azione corale, avevano ritenuto giusti quegli investimenti. Non si risparmia con i complimenti verso i lavoratori che nonostante fossero  giovani ed alle prime armi con i prognostici contro, sono riusciti a vincere questa scommesso a pieni voti, producendo fusoliere.

Ritaglio questo spazio per far notare una piccola cosa: per produrre la prima fusoliera ci sono voluti 8 mesi, da allora una al mese fino ad arrivare a 14 prima dell’epidemia; questo per far notare che i lavoratori Leonardo sono molto motivati oltre che essere molto giovani con una media che oscilla tra i 30-35 anni.

«Noi non chiediamo diversificazione, chiediamo programmi aggiuntivi» ha gridato Palombella a gran voce dal palco facendo notare che la preoccupazione c’è mentre gli USA stanziano 100mld, la Francia 15mld ed invece l’Italia soltanto le briciole. Rivolgendosi poi verso Fitto ha auspicato che la battaglia partitica non aggravi la situazione concludendo affermando che «dalla crisi si uscirà solo se i giovani vedono un futuro», ma credo che qui il nostro caro Palombella pecchi di ingenuità: riuscire ad immaginare un futuro non è condizione necessaria e sufficiente perché esso si avveri, ma ci deve essere anche un impegno materiale, concreto oltre che spirituale, altrimenti queste parole rimarranno vuote e senza significato; un’altra cosa che forse Palombella non sa è che i giovani un futuro lo riescono ad immaginare, solo che non è minimamente positivo.

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